Definizione di Disgrafia e sue caratteristiche
1.1 Definizione di Disgrafia
Per disgrafia, si intende quel disturbo specifico dell’apprendimento, caratterizzato da difficoltà a riprodurre graficamente sia i segni alfabetici, che quelli numerici.
Perciò interessa esclusivamente il grafismo, non va ad interessare la componente ortografica della scrittura, anche se la componente ortografica il più delle volte, influisce negativamente su tale acquisizione in quanto vi è una impossibilità oggettiva nei meccanismi di rilettura e di auto-correzione.
Scrivere con la penna e il foglio, è espressione di una abilità motoria specializzata la quale è composta da una sequenza di piccoli atti precisi contenuti entro le convenzioni proprie di ciascun sistema di scrittura.
L’esecuzione grafica è l’aspetto più sensibile alle variabili di contesto :
La necessità di procedere con rapidità inusuale o in situazioni poco adeguate, possono deteriorare la qualità della grafia ,sino a renderla poco decifrabile allo stesso scrivente.
Si possono definire disgrafiche ,quelle scritture caratterizzate da scarsa leggibilità ,dovuta a delle costanti e significative imprecisioni legate
all’ esecuzione del tracciato.
In età scolare le disgrafie, si manifestano generalmente nell’ambito delle disprassia evolutiva , quando la cattiva performance è presente in bambini con intelligenza normale, privi di danni neurologici o di handicap percettivo o motorio, essa è inquadrabile come disturbo specifico dell’apprendimento.
La scarsa efficienza grafo-motoria, potrebbe dipendere da una mancata automatizzazione dei processi di codifica e dalla conseguente necessità, di dover applicare un controllo vigile a tutte le fasi di scrittura.
E’ comunque probabile che una scrittura disgrafica,sia riconducibile al sovrapporsi di più aree di difficoltà ,visuo-spaziali, posturali e motorie, diversamente responsabili delle caratteristiche prima descritte.
Quello che risulta immediatamente evidente in ambito scolastico, sono le anomalie nelle posture e le prensioni della penna alternative a quella tradizionale. Gli interventi didattici,di solito convergono sulla correzione di questi aspetti.
La disgrafia, si manifesta in forme diverse, a seconda delle cause che entrano in gioco, quando si parla di disgrafia abbiamo la seguente classificazione fatta da Ajuriaguerra e l’altra fatta da Oliveaux.
1.2 Classificazione secondo Ajuriaguerra
Ajuriaguera distingue le varie forme di scrittura disgrafica in :
-Scritture tese: tali scritture, sono caratterizzare da tensione e contrazione del gesto grafico durante la scrittura.
-Scritture molli : caratterizzate durante la scrittura, da una serie di rilasciamenti e diverse irregolarità del tratto grafico.
-Scritture impulsive : Sono quelle forme di scrittura caratterizzate da un gesto grafico incontrollato in corpo e alla fine di parola
-Scritture Maldestre: Presentano delle irregolarità e disorganizzazione nella forma dei grafemi e nel movimento complessivo della scrittura
-Scritture lente e precise :Mostrano una iperstrutturazione delle lettere per eccesso di precisione.
1.3 Classificazione delle disgrafie secondo Oliveaux
- Partendo dalla considerazione che la scrittura ha tre specifiche funzioni: quella di esprimere il pensiero (funzione strumentale), di comunicarlo (funzione relazionale) e di rappresentare la personalità dello scrivente in tutti i suoi aspetti (funzione rappresentativa), Olivaux ha stabilito che quando una di esse è compromessa, possiamo parlare di
- Disgrafia strumentale: difficoltà a strutturare il gesto grafico per “fatica” di chi scrive e conseguente lentezza dello scritto
- Disgrafia relazionale: illeggibilità per difficoltà di relazione con l’ Sono grafie caratterizzate da una gestione irregolare dello spazio grafico, da dimensione molto variabile delle lettere, mancanza di pressione o pressione pastosa, ecc.
- Disgrafia sintomatica: difficoltà di espressione di sé – “scrittura maschera”- si presentano molto accurate, controllate, artificiose
1.4 Principali caratteristiche di una scrittura disgrafica
Il bambino che presenta disgrafia scrive in maniera molto irregolare, la mano del bambino scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura del mezzo è quasi sempre scorretta.
La posizione del corpo è nella maggior parte dei casi risulta alquanto inadeguata, il gomito non viene appoggiato sul tavolo Il busto è eccessivamente inclinato.
Inoltre è frequente il disimpegno dell’altra mano che anziché tenere fermo il quaderno viene utilizzata per giocare con il materiale presente sul banco portando così a un continuo spostamento del quaderno con un esito alquanto negativo della qualità della produzione.
La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è solitamente ridotta notevolmente.
Il bambino non ha adeguati riferimenti per orientarsi,non rispetta i margini del foglio,lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole,non segue la linea di scrittura e procede in salita o in discesa rispetto al rigo.
La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è solitamente ridotta notevolmente.
Il bambino non ha adeguati riferimenti per orientarsi, non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in salita o in discesa rispetto al rigo.
La pressione della mano sul foglio non è adeguata in maniera idonea, certe volte è troppo forte altre volte è troppo debole ,per via della presenza di una paratonia , cioè un alterazione in eccesso o in difetto del tono muscolare. Sono inoltre frequenti le sincinesie, cioè degli atti motori in eccesso o comunque non implicati in maniera diretta nell’attività grafica.
Sono frequenti le inversioni nella direzionalità del gesto che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli grafemi , sia nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra.
Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella riproduzione grafica di figure geometriche; nel copiare un triangolo ad esempio tende a stondare gli angoli e a non eseguire una forma adeguatamente chiusa. Anche il livello di sviluppo è spesso inadeguato all’età; la riproduzione di oggetti o la copia di immagini è molto globale e i particolari risultano scarsamente differenziati.
La copia di parole e di frasi è scorretta e ricorrenti sono le inversioni del gesto e gli errori dovuti a una scarsa coordinazione oculo-manuale cioè alla difficoltà, sempre presente nei disgrafici di seguire con lo sguardo il proprio segno grafico.
Si evidenzia uno scarso rispetto delle dimensioni delle lettere, esse vengono riprodotte o troppo piccole o troppo grandi e, frequentemente in modo irregolare alternando micro-dimensioni a macro-dimensioni.
Abbiamo già detto che la mano non scorre adeguatamente sul foglio e che il bambino disgrafico riesce con difficoltà a seguire con lo sguardo la propria scrittura, ciò interferisce negativamente con la fluidità del gesto, dando origine a una legatura inadeguata tra le lettere.
Si evidenza frequentemente un’alterazione del ritmo di scrittura, il bambino scrive con velocità estremamente veloce o estremamente lenta ma la sua mano esegue movimenti a scatti, senza alcuna armonia del gesto e con frequenti interruzioni.
Detto questo gli aspetti di maggiore interesse sul piano clinico possono essere così schematizzati:
-Nei bambini con disturbo di apprendimento ,la disgrafia si presenta come un disturbo vero e proprio a carico delle prassie grafo-motorie, cioè come difficoltà strutturale a produrre forme riconoscibili e stabili.
-Queste difficoltà si associano spesso a disortografia
-Spesso la difficoltà grafica e il prodotto che ne consegue sono infatti tali da impedire la leggibilità e dunque la corregibilità dell’elaborato poiché rappresenta un ostacolo oggettivo al controllo della correttezza ortografica.
E’ importante monitorare l’apprendimento di scrittura così come intervenire precocemente quando è presente un rischio o un disturbo sia esso di natura disortografica o disgrafica. Questo perché a dispetto delle moderne tecnologie di scrittura la scrittura a mano rimane una delle forme più immediate di comunicazione. Frequentemente, bambini con difficoltà di tipo disgrafico e disortografico adottano strategie per evitare i compiti di scrittura e sono meno disposti a sostenere degli sforzi extra tali atteggiamenti limitano le possibilità di sviluppare una scrittura più funzionale e creativa e portano allo scolaro ad avere una bassa autostima per questo è di fondamentale importanza monitorare e intervenire precocemente su questi tipi di disturbi al fine di evitare che essi si vadano a stabilizzarsi con il tempo.
1.5 Riconoscimento della disgrafia in Italia
La scrittura rappresenta ancora oggi, un’importante abilità correlata da un lato dalla performance a scuola, dall’altra dagli esiti psicosociali dell’individuo. Tuttavia c’è voluto parecchio tempo, per arrivare ad attribuire attenzione al problema di apprendimento delle competenze grafo-motorie di scrittura, poiché nel nostro Paese si è sempre privilegiato il pensiero e la cognizione rispetto all’ azione e al fare.
Non disponiamo in Italia di veri dati epidemiologici, ma la prevalenza di disgrafia nelle scuole primarie varia dal 5 al 27 % . La disgrafia tuttavia non è un problema solo Italiano ma riguarda anche altre nazioni tra cui i Paesi Bassi che hanno una incidenza di disgrafia che va dal 10 al 30%.
In una ricerca svolta da Bravar e collaboratori, si è evinto che in Italia 4% della popolazione scolastica italiana ha problemi di velocità di esecuzione, mentre la percentuale di studenti che hanno problemi sulla resa finale dell’elaborato scritto può essere superiore al 10%.